Il valore del disegno
In Rubriche - Parole capovolte
Il valore del disegno
Il disegno è l’espressione più autentica della personalità del bambino, è uno dei più importanti
mezzi di comunicazione per il bambino. Infatti attraverso esso il bambino esprime sia il suo
livello di maturazione intellettiva e sia i problemi, i sentimenti, i disagi e i conflitti che
sperimentano.
Dobbiamo quindi dare una grande importanza ai disegni dei nostri bambini, leggendoli e interpretandoli in base allo stadio di maturità del bambino stesso. I primi tratti grafici si collocano intorno ai 18-20 mesi, i cosiddetti “scarabocchi”, mentre intorno ai 4 anni i disegni acquistano un significato comprensibile.
Il disegno è dunque l’espressione della vita emotiva del bambino.
La forza e l’intensità del tratto grafico sono indicativi dell’energia del soggetto al momento della realizzazione del disegno.
L’interesse per il colore svanisce quando cresce l’interesse del bambino per le forme che crea disegnando, solitamente più sono piccoli e più sono attratti da colori forti. Nella scuola dell’infanzia la maggior parte dei bambini preferiscono colori caldi, mentre solo bambini ritenuti “problematici” scelgono colori freddi.
Nel disegno libero il bambino rappresenta ciò che ama e ciò che teme, dando un luogo alle sue paure e alle sue ansie. Uno dei disegni più comuni è la casa perché quasi sempre è il luogo d’amore familiare, un luogo caldo e un rifugio sempre aperto.
In bambini sereni la casa è fatta generalmente con il camino che fuma, le tende alle finestre, un cane o un gatto, il giardino con alberi e piante, una staccionata e altri dettagli personali a seconda del caso; altre volte invece questi dettagli mancano e questo è già di per sé indice di qualche problematica del bambino.
Anche il disegno della famiglia ci fornisce importanti informazioni, infatti ci mostra in che posizione colloca le varie figure della sua famiglia e pone se stesso.
Il bambino si disegna solitamente vicino alla figura con cui si sente più vicino emotivamente. Quando uno dei componenti della famiglia, come una sorellina viene svalutata dall’autore del disegno, viene disegnata male, oppure disegnata più piccola o lontana dal gruppo.
Un disegno spoglio, con pochi dettagli è tipico di un bambino che non si esprime, l’abbondanza nel disegno invece fa pensare all’ossessività compulsiva; mentre i dettagli adeguati sono la manifestazione di equilibrio interiore.
Le eccessive cancellature invece denotano incertezza.
È ovvio che queste sono indicazioni generali e, come sempre ribadisco che bisogna valutare caso per caso e situazione per situazione, in ogni caso invito a prestare maggiore attenzione a ciò che i nostri figli o i nostri alunni producono nei disegni.
Dobbiamo quindi dare una grande importanza ai disegni dei nostri bambini, leggendoli e interpretandoli in base allo stadio di maturità del bambino stesso. I primi tratti grafici si collocano intorno ai 18-20 mesi, i cosiddetti “scarabocchi”, mentre intorno ai 4 anni i disegni acquistano un significato comprensibile.
Il disegno è dunque l’espressione della vita emotiva del bambino.
La forza e l’intensità del tratto grafico sono indicativi dell’energia del soggetto al momento della realizzazione del disegno.
L’interesse per il colore svanisce quando cresce l’interesse del bambino per le forme che crea disegnando, solitamente più sono piccoli e più sono attratti da colori forti. Nella scuola dell’infanzia la maggior parte dei bambini preferiscono colori caldi, mentre solo bambini ritenuti “problematici” scelgono colori freddi.
Nel disegno libero il bambino rappresenta ciò che ama e ciò che teme, dando un luogo alle sue paure e alle sue ansie. Uno dei disegni più comuni è la casa perché quasi sempre è il luogo d’amore familiare, un luogo caldo e un rifugio sempre aperto.
In bambini sereni la casa è fatta generalmente con il camino che fuma, le tende alle finestre, un cane o un gatto, il giardino con alberi e piante, una staccionata e altri dettagli personali a seconda del caso; altre volte invece questi dettagli mancano e questo è già di per sé indice di qualche problematica del bambino.
Anche il disegno della famiglia ci fornisce importanti informazioni, infatti ci mostra in che posizione colloca le varie figure della sua famiglia e pone se stesso.
Il bambino si disegna solitamente vicino alla figura con cui si sente più vicino emotivamente. Quando uno dei componenti della famiglia, come una sorellina viene svalutata dall’autore del disegno, viene disegnata male, oppure disegnata più piccola o lontana dal gruppo.
Un disegno spoglio, con pochi dettagli è tipico di un bambino che non si esprime, l’abbondanza nel disegno invece fa pensare all’ossessività compulsiva; mentre i dettagli adeguati sono la manifestazione di equilibrio interiore.
Le eccessive cancellature invece denotano incertezza.
È ovvio che queste sono indicazioni generali e, come sempre ribadisco che bisogna valutare caso per caso e situazione per situazione, in ogni caso invito a prestare maggiore attenzione a ciò che i nostri figli o i nostri alunni producono nei disegni.
Parole capovolte: Questa rubrica nasce con l’obiettivo di approfondire le tematiche inerenti la psicologia scolastica e di rispondere a problematiche che riguardano maggiormente tutta la fascia dei minori in età scolare e prescolare.
La rubrica non vuole fornire soluzioni complete e dare risposte esaustive. L’intento è quello di creare un momento per fermarci a riflettere insieme e creare nuovi modi di rispondere ai problemi. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di una regolare consulenza professionale.
La rubrica non vuole fornire soluzioni complete e dare risposte esaustive. L’intento è quello di creare un momento per fermarci a riflettere insieme e creare nuovi modi di rispondere ai problemi. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di una regolare consulenza professionale.
Melania Chiacchiari è una Psicologa. Ha conseguito il Master Universitario di II livello in “Difficoltà e Disturbi dell’Apprendimento scolastico: Prevenzione, Diagnosi E Trattamento”.
Ha svolto numerose attività di volontariato presso vari enti pubblici e privati; ha collaborato con la ASL 02 Abruzzo, Lanciano- Vasto- Chieti e con il Consultorio Familiare di Isernia.
Attualmente svolge attività clinica in alcuni studi associati. Svolge inoltre attività di formazione, consulenze, sviluppo e potenziamento di abilità e valutazione diagnostica.
Ha svolto numerose attività di volontariato presso vari enti pubblici e privati; ha collaborato con la ASL 02 Abruzzo, Lanciano- Vasto- Chieti e con il Consultorio Familiare di Isernia.
Attualmente svolge attività clinica in alcuni studi associati. Svolge inoltre attività di formazione, consulenze, sviluppo e potenziamento di abilità e valutazione diagnostica.
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