Bimbi gemelli a scuola: separati o uniti nel percorso formativo?
In Rubriche - Psicologia della Salute
Bimbi gemelli a scuola: separati o uniti nel percorso formativo?
La questione è remota, ma non risolta: i gemelli a scuola devono stare insieme o essere separati? E in questo secondo caso, la separazione dovrebbe avvenire subito o sarebbe meglio un percorso graduale?
Le statistiche ci informano che le gravidanze gemellari sono in aumento in Italia, probabilmente anche per via del sempre maggior ricorso alle tecniche di procreazione assistita, ecco perché è importante che le mamme e i papà siano pronti ad affrontare questa delicata fase della vita dei loro figli.
Dal punto di vista educativo, psicologico e pedagogico, entrambe le opzioni trovano tesi a loro sostegno, e così, i genitori di bimbi gemelli, omo o eterozigote, poco cambia, non sanno cosa sarebbe meglio fare.
L'inserimento dei gemelli nel contesto scolastico è uno degli aspetti più discussi da genitori, insegnanti e direttori didattici. Il problema che si pone in modo forte al nido, alla scuola materna e alle elementari è se i gemelli debbano essere inseriti in classi diverse, nel caso in cui la struttura permetta questa scelta.
In passato secondo un approccio acritico la scuola riteneva genericamente opportuno non separare la coppia gemellare. Oggi il sistema scolastico ha acquisito una maggiore sensibilità rispetto alla questione, interrogandosi su quale soluzione possa meglio garantire il benessere psicologico di ciascun gemello: la tendenza più diffusa attualmente è quella di ritenere utile la separazione. Alcune strutture scolastiche, però, impongono norme rigide sostenute spesso da pregiudizi.
Secondo la letteratura, invece, ogni caso dovrebbe essere valutato singolarmente, anche se ci sono situazioni in cui è indispensabile separare i bambini. E' bene precisare che non esiste una regola che possa essere utilizzata per tutti, ogni coppia deve essere considerata singolarmente e sarebbe importante avere maggiori informazioni sui bambini e sul loro rapporto di coppia: i bambini giocano spesso insieme? Che atteggiamento hanno tra di loro? Avete provato a separarli, anche per poche ore? Come hanno reagito alla separazione? A che età hanno iniziato a parlare? Utilizzano tra di loro delle espressioni che gli altri non capiscono? Uno o entrambi i bambini presentano comportamenti aggressivi?
Ogni caso ha caratteristiche, che devono essere capite e sulle quali si modella la risposta che sarà "buona" nella misura in cui è coerente al modo di pensare, di vivere, di sentire di chi ha la responsabilità della scelta e nella misura in cui tiene conto della realtà contingente.
Si rileva importante, quindi, la necessità di promuovere un dialogo tra genitori, dirigente scolastico ed insegnanti per analizzare i vantaggi e gli svantaggi delle due possibilità per ogni singola situazione. Preme, inoltre, sottolineare che nell'educazione non ci sono formule e soluzioni definibili valide e giuste a priori e che la decisione non è irreversibile.
Ci sono alcuni segnali di possibile disagio che potrebbero indicare la necessità di separare i gemelli:
• Chiusura eccessiva della coppia (rapporto molto stretto, stare troppo insieme, non riuscire a giocare da soli);
• Tendenza all'isolamento (difficoltà nel rapportarsi con gli altri bambini e stringere amicizia);
• Linguaggio segreto (linguaggio particolare che conoscono solo loro);
• Conflittualità eccessiva (rapporto molto competitivo, lotte per ricevere le attenzioni dei genitori);
• Resistenza e sofferenza alla separazione (forte disagio nei momenti di separazione dal cogemello);
• Rigidità dei ruoli complementari (uno solo introverso e l'altro estroverso, attivo / passivo).
Quando l'educatore o l'insegnante rileva uno di questi segnali può essere suggerito ai genitori un incontro al consultorio dove si può provvedere, ad esempio, a metterli in contatto con altre famiglie per potersi confrontare. La scelta dell'inserimento, specialmente alla scuola materna, dove non ci sono ancora programmi scolastici da seguire e si può valutare, dopo qualche tempo, se continuare nella scelta presa o spostare i bambini, andrebbe considerata senza scelte irreversibili.
E’ opportuno chiarire con la scuola se eventualmente sia possibile modificare in corso d’anno la scelta. In alcune scuole ci sono classi vicine che svolgono spesso attività in comune, in questi casi i gemelli hanno la possibilità di fare delle esperienze separatamente dal cogemello, quindi costruirsi le nuove amicizie con i propri compagni e allo stesso tempo giocare o vedere il fratellino nei momenti di gioco comune o semplicemente quando lo desiderano.
È poi frequente, specie nei piccoli centri, l'impossibilità di separare i gemelli, per il tipo di struttura con una sola sezione che accoglie i piccoli. In questi casi è richiesta agli insegnanti un'attenzione speciale per garantire ai gemelli la possibilità di sviluppare in autonomia le proprie potenzialità e assicurare loro una crescita individuale adeguata.
Per favorire a ciascun gemello un'identità individuale è necessario che a scuola tutti, anche i compagni in classe, evitino di rapportarsi ai gemelli come a una coppia, correndo il rischio di rimandare ad ciascun gemello l'immagine confusa con quella dell'altro. Ogni insegnante dovrebbe costituire il "terzo polo" all'interno della relazione triadica con i gemelli, fornendo loro occasioni di interazione individuale con lei, al fine di evitare che si rafforzi eccessivamente il legame di coppia, per favorire una maggiore socializzazione con gli altri compagni e un apprendimento adeguato alle singole capacità.
Si tratta quindi di abituarsi a sollecitare ciascuno di loro a lavorare in maniera individuale, di lodarli e rimproverarli singolarmente, fare in modo che siedano in due banchi strategicamente lontani e, durante i lavori di gruppo, aver cura di sistemarli in modo che ciascuno di loro possa interagire con altri compagni e non solo con il cogemello. E’ fondamentale, inoltre, che le insegnanti non facciano confronti sul rendimento scolastico e/o sul comportamento dei gemelli in classe.
Qualunque tipo di inserimento venga scelto è comunque importante che i bambini vengano considerati come singoli individui.
Le statistiche ci informano che le gravidanze gemellari sono in aumento in Italia, probabilmente anche per via del sempre maggior ricorso alle tecniche di procreazione assistita, ecco perché è importante che le mamme e i papà siano pronti ad affrontare questa delicata fase della vita dei loro figli.
Dal punto di vista educativo, psicologico e pedagogico, entrambe le opzioni trovano tesi a loro sostegno, e così, i genitori di bimbi gemelli, omo o eterozigote, poco cambia, non sanno cosa sarebbe meglio fare.
L'inserimento dei gemelli nel contesto scolastico è uno degli aspetti più discussi da genitori, insegnanti e direttori didattici. Il problema che si pone in modo forte al nido, alla scuola materna e alle elementari è se i gemelli debbano essere inseriti in classi diverse, nel caso in cui la struttura permetta questa scelta.
In passato secondo un approccio acritico la scuola riteneva genericamente opportuno non separare la coppia gemellare. Oggi il sistema scolastico ha acquisito una maggiore sensibilità rispetto alla questione, interrogandosi su quale soluzione possa meglio garantire il benessere psicologico di ciascun gemello: la tendenza più diffusa attualmente è quella di ritenere utile la separazione. Alcune strutture scolastiche, però, impongono norme rigide sostenute spesso da pregiudizi.
Secondo la letteratura, invece, ogni caso dovrebbe essere valutato singolarmente, anche se ci sono situazioni in cui è indispensabile separare i bambini. E' bene precisare che non esiste una regola che possa essere utilizzata per tutti, ogni coppia deve essere considerata singolarmente e sarebbe importante avere maggiori informazioni sui bambini e sul loro rapporto di coppia: i bambini giocano spesso insieme? Che atteggiamento hanno tra di loro? Avete provato a separarli, anche per poche ore? Come hanno reagito alla separazione? A che età hanno iniziato a parlare? Utilizzano tra di loro delle espressioni che gli altri non capiscono? Uno o entrambi i bambini presentano comportamenti aggressivi?
Ogni caso ha caratteristiche, che devono essere capite e sulle quali si modella la risposta che sarà "buona" nella misura in cui è coerente al modo di pensare, di vivere, di sentire di chi ha la responsabilità della scelta e nella misura in cui tiene conto della realtà contingente.
Si rileva importante, quindi, la necessità di promuovere un dialogo tra genitori, dirigente scolastico ed insegnanti per analizzare i vantaggi e gli svantaggi delle due possibilità per ogni singola situazione. Preme, inoltre, sottolineare che nell'educazione non ci sono formule e soluzioni definibili valide e giuste a priori e che la decisione non è irreversibile.
Ci sono alcuni segnali di possibile disagio che potrebbero indicare la necessità di separare i gemelli:
• Chiusura eccessiva della coppia (rapporto molto stretto, stare troppo insieme, non riuscire a giocare da soli);
• Tendenza all'isolamento (difficoltà nel rapportarsi con gli altri bambini e stringere amicizia);
• Linguaggio segreto (linguaggio particolare che conoscono solo loro);
• Conflittualità eccessiva (rapporto molto competitivo, lotte per ricevere le attenzioni dei genitori);
• Resistenza e sofferenza alla separazione (forte disagio nei momenti di separazione dal cogemello);
• Rigidità dei ruoli complementari (uno solo introverso e l'altro estroverso, attivo / passivo).
Quando l'educatore o l'insegnante rileva uno di questi segnali può essere suggerito ai genitori un incontro al consultorio dove si può provvedere, ad esempio, a metterli in contatto con altre famiglie per potersi confrontare. La scelta dell'inserimento, specialmente alla scuola materna, dove non ci sono ancora programmi scolastici da seguire e si può valutare, dopo qualche tempo, se continuare nella scelta presa o spostare i bambini, andrebbe considerata senza scelte irreversibili.
E’ opportuno chiarire con la scuola se eventualmente sia possibile modificare in corso d’anno la scelta. In alcune scuole ci sono classi vicine che svolgono spesso attività in comune, in questi casi i gemelli hanno la possibilità di fare delle esperienze separatamente dal cogemello, quindi costruirsi le nuove amicizie con i propri compagni e allo stesso tempo giocare o vedere il fratellino nei momenti di gioco comune o semplicemente quando lo desiderano.
È poi frequente, specie nei piccoli centri, l'impossibilità di separare i gemelli, per il tipo di struttura con una sola sezione che accoglie i piccoli. In questi casi è richiesta agli insegnanti un'attenzione speciale per garantire ai gemelli la possibilità di sviluppare in autonomia le proprie potenzialità e assicurare loro una crescita individuale adeguata.
Per favorire a ciascun gemello un'identità individuale è necessario che a scuola tutti, anche i compagni in classe, evitino di rapportarsi ai gemelli come a una coppia, correndo il rischio di rimandare ad ciascun gemello l'immagine confusa con quella dell'altro. Ogni insegnante dovrebbe costituire il "terzo polo" all'interno della relazione triadica con i gemelli, fornendo loro occasioni di interazione individuale con lei, al fine di evitare che si rafforzi eccessivamente il legame di coppia, per favorire una maggiore socializzazione con gli altri compagni e un apprendimento adeguato alle singole capacità.
Si tratta quindi di abituarsi a sollecitare ciascuno di loro a lavorare in maniera individuale, di lodarli e rimproverarli singolarmente, fare in modo che siedano in due banchi strategicamente lontani e, durante i lavori di gruppo, aver cura di sistemarli in modo che ciascuno di loro possa interagire con altri compagni e non solo con il cogemello. E’ fondamentale, inoltre, che le insegnanti non facciano confronti sul rendimento scolastico e/o sul comportamento dei gemelli in classe.
Qualunque tipo di inserimento venga scelto è comunque importante che i bambini vengano considerati come singoli individui.
Psicologia della Salute: La rubrica Psicologia della Salute affronta i temi di salute e situazioni problematiche che interessano le persone nella quotidianità, mettendo in luce l'integrazione del binomio mente-corpo. Il focus è centrato su elementi psicologici che caratterizzano l'individuo, i gruppi e le relazioni familiari in ogni fase del ciclo di vita, sempre in un ottica di promozione del benessere e valorizzazione delle competenze individuali e delle risorse sociali, così come delle abilità fisiche.
Antonietta Dattola è una psicologa clinica e di comunità, psicoterapeuta, specialista in psicologia della salute. Esperta in tecniche di rilassamento, tecniche induttive e immaginative.
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