Come evolve il gioco in relazione all'età del bambino? (parte 1)

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In Rubriche - Intervista alla terapista

Come evolve il gioco in relazione all'età del bambino? (parte 1)

Il gioco possiede un ruolo centrale per lo sviluppo del bambino in quanto è un modo per conoscere il mondo, una forma di comunicazione, di esperienza emotiva, di trasformazione della realtà.
Nei primi anni di vita gran parte del tempo della vita dei bambini è occupato dl gioco: a casa, a scuola, al parco, dovunque sia possibile.
Sono numerose le teorie sul gioco, Piaget pone l'attenzione sulla funzione simbolica; giocando, infatti, il bambino si confronta con una realtà immaginaria che è connessa con la realtà effettiva ma al tempo stesso se ne distacca.
In generale gli studiosi concordano nel considerare il gioco come importante fattore di sviluppo perché permette al bambino di sperimentare prima e consolidare poi nuove competenze sia cognitive che socioaffettive. Sia le modalità di gioco che i materiali usati cambiano in base all'età.
Nei primi mesi di vita il bambino concentra la propria attenzione e la propria capacità di provare interesse su di sè; l'esplorazione viene condivisa con i genitori e le interazioni ludiche sono incentrate sul corpo.
Durante il primo anno di vita il gioco consiste prevalentemente nell'interazione con le persone che si prendono cura del bambino, nei giochi sociali con o senza gli oggetti.
Successivamente si passa dalla stimolazione sensoriale all'esplorazione dell'oggetto e, ancora dopo, all'attività simbolica. Si esce dunque dalla diade bambino-care viver per includere il mondo esterno; in questa fase il bambino assume un ruolo maggiormente attivo fino ad arrivare a una situazione di equilibrio nella quale il livello di partecipazione esercitato da entrambi i partner è simile.
Con l'aumentare dell'età aumenta anche il livello di complessità delle attività, vengono implicati l'attenzione sostenuta, la coordinazione oculomanuale e bimanuale, concetti cognitivi via via più complessi, la creazione e il mantenimento di sequenze.
I giochi con gli oggetti occupano intensamente i bambini soprattutto nel corso dei primi due anni di vita e portano ad attuare routine d'azione che si automatizzano e si integrano l'una con l'altra creando programmi d'azione più ampi.
Dai due anni si sviluppa il gioco simbolico che evolve da forme semplici costituite da singole azioni prodotte su di sè (ad esempio far finta di parlare al telefono) a forme complesse costitute da più azioni coordinate e organizzate in sequenze coerenti alle quali partecipano diversi partner reali o immaginari.
Pur essendo il gioco simbolico un fenomeno evolutivo universale sono state riscontrate notevoli differenze individuali nei rapporti tra gioco simbolico e i diversi domini dello sviluppo come il pensiero creativo, l'utilizzo dell'immaginazione, le competenze socio-cognitive.
Nel prossimo articolo vedremo come, con l'avanzare dell'età, si evolveranno le forme di gioco. Analizzeremo il gioco di fantasia, il gioco con regole, le differenze nel gioco delle bambine da quello dei bambini, come si esprime l'aggressività nel gioco.


Intervista alla terapista: Il mio lavoro di Terapista dell'Età Evolutiva ha come oggetto il bambino. Questo è però inserito in una "rete" in cui i protagonisti sono in genere la famiglia e la scuola; è proprio dalle persone appartenenti a queste due categorie che mi piovono addosso una miriade di domande. Ho pensato quindi che potrebbe essere interessante condividere i dubbi di genitori e insegnanti e le risposte che diamo noi professionisti facenti parte dell'equipe.


Floriana Boffo: Mi chiamo Floriana Boffo, sono una Terapista della Neuropsicomotricità dell'Età Evolutiva. Ho conseguito la laurea a Roma presso l'Università La Sapienza con votazione di 110/110 e lode nel 2007 e da allora ho lavorato e lavoro tuttora in centri di riabilitazione convenzionati e privati dove valuto e tratto bambini con Disturbi dello Sviluppo. Ho conseguito un Master di primo livello in "Disturbi dell'Apprendimento Scolastico" e partecipato alla stesura delle linee guida sul trattamento dell'autismo presso l'istituto Superiore di sanità. Mi aggiorno costantemente tramite corsi e convegni sugli argomenti di maggiore interesse per la mia professione. Nel 2012 con alcuni colleghi ho aperto uno studio privato a Roma "Riabilitazione Monteverde". Sito web: www.riabilitazionemonteverde.com mail: floriana.boffo@gmail.com



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