La coppetta mestruale

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La coppetta mestruale, di Anna La Valigia Rossa

Si potrebbe introdurre l'argomento ponendo un quesito: quanto siete ecologiste?
Al femminile perché si parla di coppetta mestruale, un nome che a qualcuno può suonare nuovo ma che si riferisce ad un articolo presente sul mercato già da moltissimi anni. Esatto, moltissimi!
Il primo brevetto depositato è del 1937, e porta il nome di Leona W. Chalmers. Pare che nel nord europa, da sempre più attento alle tematiche ambientali sia in uso già da molto tempo.
In Italia finalmente si inizia ora a darle il giusto rilievo, sia da un punto di vista mediatico, sia sanitario, sia in termini di distribuzione.
Tra i tanti aggettivi che si potrebbero usare per descriverla ci sarebbero, oltre ad ecologica, igienica, sicura, pratica, confortevole e rivoluzionaria. Eh si, perché di una piccola rivoluzione si tratta, se si decide di affrontare il tema delle mestruazioni finalmente in modo semplice e naturale, lasciando stare palloncini rossi o "quei giorni lì".
Bisogna iniziare a chiamare le cose col loro nome e a prendere contatto con la realtà. Perché se c'è una cosa che serve per usare bene la coppetta mestruale è conoscenza del proprio corpo e del ciclo mestruale.
Ma andiamo con ordine: di cosa si tratta.
Una specie di piccolo imbuto chiuso con un cordino alla base, tutto in silicone medico, misura tra i 5 e i 7 cm di lunghezza totale, e 4-4,7 cm di diametro. In commercio si trovano modelli leggermente diversi: può variare il colore (e sarebbe preferibile scegliere formule con colorazioni naturali) la forma (ma la struttura di base resta la stessa) e la consistenza del silicone (più o meno rigido, e ne esistono alcune versioni anche in lattice).
Il suo uso è molto semplice: la parte superiore è costituita da un anello circolare che aderirà alle pareti interne della Vagina (ricoprendo la cervice), adattandosi alla sua forma e alle varie posizioni che questa assume nel corso della giornata (che siamo sedute, che corriamo, che facciamo yoga, che dormiamo, la nostra vagina si muove con noi).
In questo modo il sangue del flusso mestruale verrà raccolto all'interno della coppetta mestruale e non colerà all'esterno; quindi quando si dovrà sfilarla il rischio di sporcarsi le mani è molto basso perché le pareti esterne di silicone non si saranno macchiate.
Si inserisce piegandola a “U”, cioè piegando a metà l'anello e inserendola come fosse un tampone interno.
Una volta spinta in vagina si apre da sola e si posiziona. Probabilmente le prime volte sarà necessario muoverla un po' per trovare la giusta collocazione (aiutandosi col suo cordino). In linea di massima non c'è bisogno di spingerla molto su (anche perché la vagina è lunga circa 7-8 cm!) perché tanto poi col movimento del corpo si sistema da sola.
La coppetta mestruale va completamente all'interno della vagina, da fuori non si vede nulla (quindi niente cordini che escono e sono poco igienici!) La domanda più frequente in proposito è: e poi come si toglie?
Proprio perché la vagina non è un buco nero infinito, in realtà la coppetta non può sparire: già con la posizione seduta che si ha in bagno il canale vaginale si accorcia ed è molto facile sentire la coppetta appena all'inizio della vagina, prendendola tra pollice e indice. Bisogna proprio pizzicare la base, togliendo in questo modo l'effetto “sottovuoto” che potrebbe essersi creato.
La si sfila, si svuota, la si sciacqua sotto l'acqua (se si ha un lavandino a portata di mano) e si reinserisce. Fatto!
In realtà risciacquarla non è indispensabile da un punto di vista igienico: essendo sempre stata all'interno della vagina la coppetta non può “contaminarsi” con altri batteri esterni nel tempo in cui la sfiliamo, svuotiamo e reinseriamo! Mentre a inizio e fine ciclo è necessario igienizzarla, e per farlo è sufficiente farla bollire qualche minuto (o in un pentolino d'acqua sul fuoco, o in un contenitore d'acqua in microonde).
I vantaggi che offre sono innumerevoli, e probabilmente ogni donna che la utilizza potrebbe citare i suoi.
Tra i più evidenti e importanti c'è l'aspetto della salute. Gli assorbenti che comunemente si usano vengono prodotti con sostanze sbiancanti (perché l'estetica viene prima di tutto!) che non fanno affatto bene al nostro organismo.
Fatta eccezione per gli assorbenti 100% naturali in cotone, gli altri assorbenti esterni che troviamo in commercio hanno una parte plastica, quella a contatto con lo slip, che serve a far da barriera perché non ci si sporchi.
Questa non è traspirante e quindi, di fatto, si ha una superficie con del sangue, senza traspirazione, a contatto con la pelle. Immaginate che ambiente fertile e invitante per germi e batteri!
Per quanto riguarda gli assorbenti interni (amatissimi dalle giovani e dalle sportive) la faccenda è ancora più triste.
Il tampone è fatto di un materiale fibroso, che quindi si sfalda. Questi piccoli filamenti di fibra restano direttamente dentro la vagina.
Inoltre il tampone assorbe tutto indiscriminatamente, sangue e secrezioni vaginali. In questo modo oltre al fastidio si “seccare” e poter creare delle micro lacerazioni quando lo si toglie, scombina completamente l'equilibrio interno di idratazione e corretta flora batterica.
La coppetta mestruale, appunto, è in silicone medico, non assorbe ma contiene. Addirittura infatti può essere usata in assenza di flusso, ad esempio per esercitarsi ad usarla, o in caso di mestruazioni irregolari (la si mette la mattina e se a metà giornata il ciclo arriva si è già pronte!).
Possono usarla tutte le donne, a prescindere dall'età. Infatti in commercio ne esistono due taglie (piccola-grande). La differenza è di pochi millimetri e dipende proprio dalla conformazione della vagina. In linea di massima chi ha meno di 30 anni e non ha mai avuto parti naturali userà al piccola, chi ha più di 30 o chi ha avuto parti naturali userà la grande. Questo però è indicativo, ci sono donne che a 40 anni e con figli usano comunque la misura piccola, perché magari hanno una corporatura molto minuta.
Può essere usata anche da ragazzine giovani e ancora vergini, da un punto di vista di efficacia non ci sono problemi, ma è giusto ricordare che essendo un dispositivo che va inserito potrebbe lacerare l'imene e quindi compromettere la verginità. E qui si entra in un ambito di scelte personali che ognuno valuterà per sé. Non ha praticamente alcuna controindicazione comunque, va bene per tutte le donne e tutti i tipi di flusso.
L'abbondanza del flusso determina semplicemente la frequenza con cui bisognerà svuotarla, ma è esperienza di tutte che usando la coppetta si scopre che in realtà il sangue prodotto nei 5 giorni (di media) del ciclo è molto meno di quanto si pensasse! Le donne riferiscono che nei giorni di minor flusso la si mette la mattina e la si toglie la sera, negli altri giorni ogni 4 ore circa.
All'inizio dell'articolo si era parlato di ecologia, e qua veniamo all'ultimo grandissimo vantaggio della coppetta: una può durare 5-10 anni (a seconda della qualità del prodotto e della cura con cui la si conserva). Tanto che alcuni comuni d'Italia si sono impegnati in campagne di informazione sul suo uso, per avere un risparmio in termini di rifiuti non riciclabili (gli assorbenti classici lo sono).
Ma se tutte queste argomentazioni non bastassero, molto probabilmente avrete almeno un'amica, o una collega che già la usa. E di solito non ne fa nemmeno segreto: quando una donna trova un modo per stare bene con se stessa, che la renda indipendente e più sicura, solitamente lo condivide orgogliosamente con altre donne! E spesso quello che accade con la coppetta mestruale è che le altre donne restino comunque diffidenti, perché la realtà è che è molto più facile provarla che spiegarla a parole!
Quindi si tratta semplicemente di vincere questa resistenza mentale, e decidersi a provare ad essere moderne ed ecologiste anche nella gestione del proprio ciclo mestruale!

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