Come giocare con il mio bambino nei primi mesi di vita stimolando il suo sviluppo?

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In Rubriche - Intervista alla terapista

Come giocare con il mio bambino nei primi mesi di vita stimolando il suo sviluppo?

Il cervello è un organo in continuo cambiamento e la sua evoluzione non è legata solo a fattori biologici ma anche a fattori ambientali. E' fondamentale dunque che i genitori stimolino il più possibile e fin da subito i loro figli, ritagliandosi uno spazio quotidiano (anche breve, sono sufficienti dieci minuti al giorno) per favorire l'apprendimento e che avrà conseguenze positive anche sulla relazione tra il bambino e chi si occupa di lui.
Spesso i genitori, generalmente i papà, concentrano la propria attenzione sugli apprendimenti scolastici aiutando i propri figli nello studio, ma è molto importante fare proposte riguardanti la sfera motoria e ludica e soprattutto dedicare del tempo per fare qualcosa insieme anche prima che i bimbi inizino la scuola elementare.
Sono parametri significativi l'intensità, la frequenza e la durata delle attività, dunque queste dovrebbero essere brevi ma svolte lentamente e ripetute molte volte; la ripetizione genera apprendimento in modo graduale e naturale.
Tenere in braccio il bambino nelle diverse posizioni (prono ossia a pancia sotto, supino ossi a pancia in su, seduto) muovendosi utilizzando movimenti oscillatori favorisce lo sviluppo dell'equilibrio e la consapevolezza del proprio corpo e dello spazio. Tali movimenti forniscono inoltre una stimolazione vestibolare che ha un effetto positivo anche sul futuro sviluppo del linguaggio in quanto il sistema vestibolare è strettamente connesso a quello uditivo, essenziale per la comprensione e la produzione verbale. Altre attività che hanno lo stesso obiettivo sono dondolii di vario tipo e in varie posizioni, rotolamenti, scivolamenti.
Massaggiare il proprio figlio crea un legame affettivo tramite il dialogo tonico ossia la comunicazione che avviene non attraverso il canale verbale ma quello extraverbale, tattile, muscolare; porta inoltre al controllo volontario dei riflessi primitivi grazie a una maggiore consapevolezza delle parti del corpo e a una più raffinata coordinazione motoria attraverso la stimolazione del tono muscolare.
Recitare filastrocche favorisce invece il senso del ritmo, prerequisito dell'orientamento temporale, la prosodia del linguaggio, l'attenzione all'ascolto.
E' importante anche stimolare la visione che inizialmente non è un canale preferenziale per esplorare, il neonato predilige il tatto e il movimento; dai due-tre mesi si possono posizionare gli oggetti (ad esempio le giostrine che si attaccano alla culla o al passeggino) più vicino per fornire al bambino l'esperienza visiva di osservazione, la percezione della profondità, la valutazione delle distanze. Sarà portato dunque a tentare di raggiungere gli oggetti che vede, ad aprire le mani per afferrarli e ciò migliorerà la prensione e la manipolazione. Si può favorire la fissazione e l'inseguimento visivo "sfruttando" oggetti particolarmente interessanti per il bambino e facendoli spostare a destra e sinistra, su e giù, lontano e vicino.
Dopo i sei mesi la maggior parte dei bambini riesce a spostarsi strisciando o gattonando ed è fondamentale lasciarli liberi di esplorare ogni tipo di movimento, di superficie, di ostacolo; perciò una volta predisposto un ambiente sicuro e pulito sia dia l'avvio alla stimolazione sensomotoria. E' preferibile non utilizzare il box che limita invece il movimento e i girelli che non favoriscono uno sviluppo naturale.
Abbiamo visto dunque quanto siano importanti per lo sviluppo fisico e intellettivo e per la relazione il gioco, il movimento, l'esplorazione attiva e il ruolo centrale del genitore nell'accompagnare la crescita del bambino tramite una stimolazione ludica.


Intervista alla terapista: Il mio lavoro di Terapista dell'Età Evolutiva ha come oggetto il bambino. Questo è però inserito in una "rete" in cui i protagonisti sono in genere la famiglia e la scuola; è proprio dalle persone appartenenti a queste due categorie che mi piovono addosso una miriade di domande. Ho pensato quindi che potrebbe essere interessante condividere i dubbi di genitori e insegnanti e le risposte che diamo noi professionisti facenti parte dell'equipe.


Floriana Boffo: Mi chiamo Floriana Boffo, sono una Terapista della Neuropsicomotricità dell'Età Evolutiva. Ho conseguito la laurea a Roma presso l'Università La Sapienza con votazione di 110/110 e lode nel 2007 e da allora ho lavorato e lavoro tuttora in centri di riabilitazione convenzionati e privati dove valuto e tratto bambini con Disturbi dello Sviluppo. Ho conseguito un Master di primo livello in "Disturbi dell'Apprendimento Scolastico" e partecipato alla stesura delle linee guida sul trattamento dell'autismo presso l'istituto Superiore di sanità. Mi aggiorno costantemente tramite corsi e convegni sugli argomenti di maggiore interesse per la mia professione. Nel 2012 con alcuni colleghi ho aperto uno studio privato a Roma "Riabilitazione Monteverde".



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