Breve neuropsicologia dell'ansia
Così come affermato più volte i continui sviluppi delle ricerche nell'ambito delle neuroscienze e della neuropsicologia hanno fatto fare passi da gigante per quel che concerne l'acquisizione delle conoscenze circa le basi neurobiologiche di molti disturbi.
Così come per la genesi dei comportamenti aggressivi anche per i disturbi d'ansia il sistema cerebrale prevalentemente coinvolto é quello limbico, con un ruolo centrale dell'amigdala e dell'ipotalamo. Quest'ultimo sarebbe chiamato in causa per la sua funzione di attivazione del sistema nervoso simpatico, dinamica che può chiaramente favorire una risposta d'ansia.
Da un punto di vista neurochimico si é evidenziato un aumento dell'attività noradrenergica in varie zone del sistema limbico. Questo provocherebbe a cascata una riduzione della densità dei recettori post-sinaptici beta-adrenergici alfa-2.
Proprio per questo motivo alcuni farmaci antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina ISSR, hanno anche un effetto antipanico, proprio perché contribuiscono alla inibizione delle funzioni noradrenergiche.
I sistemi noradrenergici sarebbero maggiormente coinvolti nella genesi di episodi acuti di ansia, così come avviene ad esempio con gli attacchi di panico. Ma é soprattutto un aumento del rilascio di dopamina che caratterizza alcune risposte d'ansia, le quali possono essere indotte prevalentemente dal livello di stress esterno percepito dal paziente. Alcuni studi hanno messo in evidenza che questo avverrebbe prevalentemente a livello della corteccia prefrontale mediale, ove i sistemi noradrenergici sarebbero coinvolti nell'attivazione di risposte d'ansia maggiormente cronicizzate.
Pubblished online by Francesco Greco
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