Richiesta di consulto n. 6 :: Bimbo tre anni non parla

10:01 Redazione 1 Comments



Richiesta di consulto n. 6
Inviata da Lia

Bimbo tre anni non parla

Lavoro in un nido come educatrice e psicologa (prime esperienze) in cui i bimbi vengono ascoltati poco. Cerco una psicologa dello sviluppo/psicoterapeuta dello sviluppo di cuore e esperienza che possa consigliarmi riguardo un Bimbo di tre anni ancora col pannolino e con evidente Ritardo linguistico (presenti capacità comunicative. Si fa capire).
Mi/Lo aiutate?"

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1 commento:

  1. Povero piccolo! Si dovrebbero anzitutto escludere deficit sensoriali a carico dell'udito e difficoltà dell'apparato buccofacciale e fonotorio. Occorre cioè accertarsi che il bambino ci senta bene e che il suo ritardo linguistico non sia imputabile ad una deficit degli organi deputati all'articolazione del linguaggio. (Foniatra). E' nato a termine-->>anamnesi fisiologica? Familiarità varie per patologie varie?
    Una volta escluse con certezza queste variabili è opportuno verificare la presenza di altri indici importanti e precoci.
    In bambini così piccoli se il livello di comprensione è più adeguato dell'espressione del linguaggio si possono osservare altre anomalie: comprensione di ordini semplici, parole di riferimento concrete, inviti a mettere in atto compiti elementari possono essere deficitari.
    Sul piano comunicativo sono presenti i comportamenti di pointing, cioè di indicazione e condivisione dell'oggetto e dell'attenzione condivisa sull'oggetto? A tre anni diventa di solito molto evidente l'assenza o il rifiuto dell'attenzione congiunta e questo può far orientare o meno verso un'ipotesi di disarmonia evolutiva sul versante autistico. A questo proposito è importante osservare se vi sono manierismi gestuali, stereotipie, interesse esclusivo per oggetti insoliti...ma anche la presenza/assenza del gioco simbolico e dell'imitazione di gesti o situazioni sociali che a tre anni dovrebbero iniziare a consolidarsi.
    Come sta il bambino sul piano dell'umore? Si arrabbia facilmente, ha crisi di collera? E' emotivamente instabile di fronte a situazioni che di per sé non dovrebbero comportare scompensi significativi?
    Altro fattore da indagare è il livello di stimolazione affettiva, l'interazione avuta con le figure di riferimento, la presenza di svantaggio socioculturale o di psicopatologie presenti nei genitori. Com'è il contesto in cui vive il bambino? Può divenire un fattore di protezione o si configura come fattore di ulteriore rischio?
    Spesso tutte queste variabili si sommano ed è difficile isolarle e individuarle precisamente, ma andrebbero indagate sempre.
    Molto in sintesi....Buona fortuna!

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