Una sosta al fast food

07:06 Redazione 0 Comments

Quando il treno non arriva e sei lì fermo sui binari ad aspettare inalando l'aria gelida del tramonto, non c'è niente di meglio che ingannare l'attesa nei pressi di un fastfood. Già annusando l'aria di fritto dolce e melenso che si propaga all'entrata verso l'esterno ti si riempiono le narici e il cuore. Sono odori e aromi buonissimi, splendidi e perfetti, progettati per renderti felice e procurarti una sana acquolina in bocca. Le grandi vetrate, attraverso le quali puoi osservare i visi rosei e turgidi delle persone sedute e soddisfatte ti invitano a entrare. Gli intensi colori utilizzati per l'allestimento dei locali sono combinati ad una organizzazione degli spazi che ti spinge a metterti in fila con gli altri tuoi "colleghi", poveri infreddoliti, in attesa di essere coccolati e consolati da un odoroso hamburger e da dorate patatine. I cibi proposti sono serviti allegramente guarniti da confezioni coloratissime, quasi "appetitose". Una volta entrato però, nonostante tutte queste belle premesse ho notato un foglietto, grigio e triste, che fuggevolmente indicava gli ingredienti: soia, derivati, quasi tutte sostanze contenenti grassi e con un profilo calorico elevato, molti zuccheri, molto sale. Mi sono intristito, io volevo seriamente mettermi in fila, volevo anch'io essere felice nel tepore d'un tavolino frugale. Peccato, mi sono detto, per un attimo mi ero quasi convinto, ma sapere quello che mangio e decidere per la qualità, avere coscienza del mio comportamento alimentare e sapere che questo può influire sulla mia vita e sulla mia salute non è una questione banale.

Pubblished online by Francesco Greco

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