Il bambino iperattivo da un punto di vista neuropsicologico - Prima parte

05:26 Redazione 0 Comments

Il disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD) che abbiamo descritto negli articoli precedenti è correlato a specifiche caratteristiche cerebrali. Negli ultimi anni i ricercatori si sono chiesti se se e in che modo il cervello del bambino con ADHD differisca (anatomicamente e/o funzionalmente) da quello di un bambino che non presenta lo stesso disturbo. Molti dati sperimentali hanno dato risposta affermativa, nel senso che il problema è associato a un disturbo neurobiologico che coinvolge una parte del cervello chiamata corteccia prefrontale. Chiaramente, il mio punto di vista, come ho più volte affermato, tende ad analizzare il problema globalmente, tenendo in considerazione soprattutto i fattori psicologici e sociali. Ma è evidente che vi è un forte correlato biologico e neurale. In particolare questa anomalia (che coinvolge oltre alla corteccia prefrontale anche i nuclei della base) presuppone una specie di alterazione nella elaborazione delle risposte per quel che concerne gli stimoli ambientali. Queste specifiche differenze che riguardano le aree cerebrali spiegano in qualche modo le palesi difficoltà di autocontrollo del bambino nella pianificazione di procedure complesse (definite funzioni esecutive). Questo sembra comportare un deficit nella memoria a breve termine. Una situazione del genere è inoltre caratterizzata da difficoltà di selezione e focalizzazione dell'attenzione. Il disturbo è correlato quindi a un deficit della corteccia prefrontale proprio perché quest'ultima ha un ruolo di modulazione dell'attenzione. Questa area del cervello (in particolare l'area mediale della corteccia prefrontale) ci aiuta in un certo senso a scegliere determinati comportamenti in risposta alle diverse sollecitazioni ambientali. Queste funzioni ci permettono ad esempio di emettere una determinata risposta o al contrario di inibire una nostra azione (response inhibition). .. continua ..

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