ADHD e bambini iperattivi: esperienza in aumento - Seconda parte
Per tutti i motivi analizzati nell’articolo precedente è facile pensare alla vita complicata che questi piccoli hanno, così come complicata è la gestione di questa situazione per i genitori e gli insegnanti.
Questa situazione innesca una serie di situazioni inseribili in una specie di meccanismo a catena, ove vi è incomprensione tra tutte le figure coinvolte. Così i genitori accusano la scuola, incapace a loro giudizio di gestire efficacemente il bambino. Gli insegnanti rincarano la dose e contrattaccano in una specie di battaglia che farà male solo al bambino.
Per quello che riguarda le eventuali sovrapposizioni dell'ADHD con altri disturbi è ormai chiaro che esso si accompagna quasi sempre a vari disturbi specifici, quali quello della condotta e il disturbo oppositivo-provocatorio.
Da un punto di vista predittivo purtroppo l'ADHD non regredisce facilmente nel corso dello sviluppo e comporterà comunque un fattore di rischio per la vita futura del soggetto (potrà sviluppare più facilmente dipendenza da sostanze e droghe e nel 20-30% dei casi potrà essere associato a depressione).
Oggi si pensa all'ADHD come a un disturbo evolutivo di autoregolazione, ove vi sarebbe una specifica costellazione neurale associata, caratterizzata da vere e proprie alterazioni neurologiche. Chiaramente adottare esclusivamente questa prospettiva sarebbe troppo riduttivo. Credo che per comprendere in modo corretto il problema sia necessario adottare più livelli d'analisi, nell'ambito di un modello che sia psicologico e al tempo stesso sociale.
Fondamentali sono allora i fattori ambientali ed educativi che considerati assieme alle caratteristiche genetiche possono fornire una panoramica completa che inquadra il disturbo come un meccanismo disadattivo, tale da interferire profondamente con le capacità plastiche di adattamento ai cambiamenti.
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