Anoressia nervosa e Tossicodipendenza: forse manifestazioni adolescenziali di una crisi genitoriale in atto
In Rubriche - Psicologia della Salute
Anoressia nervosa e Tossicodipendenza: forse manifestazioni adolescenziali di una crisi genitoriale in atto
Dopo vari casi di ragazzi adolescenti con anoressia nervosa e tossicodipendenza incontrati nell’attività clinica mi chiedo se non sia il caso di mettere in luce, anche in questo contesto, alcune evidenze.
Succede al 90 % dei casi che il “paziente grave” sia un adolescente. Che la famiglia lo accompagni in seduta con l’idea di non voler partecipare attivamente nonostante la mia richiesta telefonica sia già stata esplicitata. Succede nel 100% dei casi che la famiglia inizi a partecipare agli incontri e inizi a nascondere i problemi di coppia dietro le molteplici attività che portano avanti per “guarire” il figlio.
La complessità dell’adolescenza fa sì che questa fase di sviluppo comporti il rischio dell’insorgenza di alcune specifiche patologie legate alla pubertà, in particolar modo per le femmine l’anoressia e per i maschi la tossicodipendenza.
Si tratta di due fenomeni che mostrano evidenti analogie, soprattutto per i correlati che hanno a livello delle relazioni familiari.
Le teorie che cercano di spiegare l’anoressia concordano su alcuni elementi. È considerata, anzitutto, legata allo sviluppo sessuale e sociale.
L’adolescente anoressica, dotata di scarsa autonomia e individualità, percepisce il proprio corpo come fosse sotto controllo dei propri genitori e, per questo, finisce per utilizzarlo come strumento per rendersi indipendente e come rivalsa nei loro confronti, unito al desiderio inconscio di non diventare adulta.
Allo stesso tempo, però, possiamo vedere come la ragazza con una difficoltà di anoressia metta in luce i dinamismi di coppia legati a questo disturbo, come cioè i due genitori siano totalmente dediti alla famiglia, e, in particolare, alla figlia, ma profondamente insoddisfatti di sé e della dimensione di coppia.
Ognuno pensa di sacrificarsi più dell’altro e giudica l’altro come l’origine dei problemi familiari. Entrambi fanno a gara per guadagnarsi l’amore esclusivo della figlia, che è mediatrice della comunicazione tra i due, e, in quanto tale, rimane triangolata in questo rapporto di coppia.
Ugualmente la problematica della tossicomania riguarda più generazioni. Infatti, nelle situazioni cliniche, risalendo alle difficoltà affettive che i genitori dell’adolescente con dipendenza da sostanze, hanno vissuto con le proprie famiglie di origine, si potrà costatare come tali difficoltà abbiano influito sulla formazione della coppia, la cui crisi non può che coinvolgere anche i figli, in particolare il figlio che poi da adolescente svilupperà tossicodipendenza.
Durante i primi tentativi di autonomia l’incontro con la droga sarà una condotta che verrà utilizzata inconsapevolmente dall’adolescente al servizio del sistema familiare, per mantenere l’omeostasi.
L’utilizzo di droghe, infatti, è in grado di distogliere l’attenzione dei propri genitori dai propri problemi di coppia. In questo modo si blocca il ciclo evolutivo dell’intero nucleo familiare.
Il figlio, con la sua tossicodipendenza, chiede indirettamente ai genitori di intervenire rimanendo uniti e di essere trattato e controllato come fosse un bambino e allo stesso tempo evita di doversi separare dalla famiglia, visto che non si sente ancora in grado di farlo.
Ecco perché è importante che la famiglia riconosca di essere importante nella terapia dell’adolescente, riconoscendo i casi in cui l’incapacità della coppia di riorganizzare il proprio legame, privilegiando la dimensione coniugale a quella genitoriale, potrebbe essere stata uno dei motivi che ha portato il figlio, se triangolato nelle faccende di coppia, ad agire assumendo comportamenti irresponsabili e pericolosi, facendo si che i genitori si preoccupino di lui, allontanando così le problematiche relative all’inconsistenza della coppia.
Succede al 90 % dei casi che il “paziente grave” sia un adolescente. Che la famiglia lo accompagni in seduta con l’idea di non voler partecipare attivamente nonostante la mia richiesta telefonica sia già stata esplicitata. Succede nel 100% dei casi che la famiglia inizi a partecipare agli incontri e inizi a nascondere i problemi di coppia dietro le molteplici attività che portano avanti per “guarire” il figlio.
La complessità dell’adolescenza fa sì che questa fase di sviluppo comporti il rischio dell’insorgenza di alcune specifiche patologie legate alla pubertà, in particolar modo per le femmine l’anoressia e per i maschi la tossicodipendenza.
Si tratta di due fenomeni che mostrano evidenti analogie, soprattutto per i correlati che hanno a livello delle relazioni familiari.
Le teorie che cercano di spiegare l’anoressia concordano su alcuni elementi. È considerata, anzitutto, legata allo sviluppo sessuale e sociale.
L’adolescente anoressica, dotata di scarsa autonomia e individualità, percepisce il proprio corpo come fosse sotto controllo dei propri genitori e, per questo, finisce per utilizzarlo come strumento per rendersi indipendente e come rivalsa nei loro confronti, unito al desiderio inconscio di non diventare adulta.
Allo stesso tempo, però, possiamo vedere come la ragazza con una difficoltà di anoressia metta in luce i dinamismi di coppia legati a questo disturbo, come cioè i due genitori siano totalmente dediti alla famiglia, e, in particolare, alla figlia, ma profondamente insoddisfatti di sé e della dimensione di coppia.
Ognuno pensa di sacrificarsi più dell’altro e giudica l’altro come l’origine dei problemi familiari. Entrambi fanno a gara per guadagnarsi l’amore esclusivo della figlia, che è mediatrice della comunicazione tra i due, e, in quanto tale, rimane triangolata in questo rapporto di coppia.
Ugualmente la problematica della tossicomania riguarda più generazioni. Infatti, nelle situazioni cliniche, risalendo alle difficoltà affettive che i genitori dell’adolescente con dipendenza da sostanze, hanno vissuto con le proprie famiglie di origine, si potrà costatare come tali difficoltà abbiano influito sulla formazione della coppia, la cui crisi non può che coinvolgere anche i figli, in particolare il figlio che poi da adolescente svilupperà tossicodipendenza.
Durante i primi tentativi di autonomia l’incontro con la droga sarà una condotta che verrà utilizzata inconsapevolmente dall’adolescente al servizio del sistema familiare, per mantenere l’omeostasi.
L’utilizzo di droghe, infatti, è in grado di distogliere l’attenzione dei propri genitori dai propri problemi di coppia. In questo modo si blocca il ciclo evolutivo dell’intero nucleo familiare.
Il figlio, con la sua tossicodipendenza, chiede indirettamente ai genitori di intervenire rimanendo uniti e di essere trattato e controllato come fosse un bambino e allo stesso tempo evita di doversi separare dalla famiglia, visto che non si sente ancora in grado di farlo.
Ecco perché è importante che la famiglia riconosca di essere importante nella terapia dell’adolescente, riconoscendo i casi in cui l’incapacità della coppia di riorganizzare il proprio legame, privilegiando la dimensione coniugale a quella genitoriale, potrebbe essere stata uno dei motivi che ha portato il figlio, se triangolato nelle faccende di coppia, ad agire assumendo comportamenti irresponsabili e pericolosi, facendo si che i genitori si preoccupino di lui, allontanando così le problematiche relative all’inconsistenza della coppia.
Psicologia della Salute: La rubrica Psicologia della Salute affronta i temi di salute e situazioni problematiche che interessano le persone nella quotidianità, mettendo in luce l'integrazione del binomio mente-corpo. Il focus è centrato su elementi psicologici che caratterizzano l'individuo, i gruppi e le relazioni familiari in ogni fase del ciclo di vita, sempre in un ottica di promozione del benessere e valorizzazione delle competenze individuali e delle risorse sociali, così come delle abilità fisiche.
Antonietta Dattola è una psicologa clinica e di comunità, psicoterapeuta, specialista in psicologia della salute. Esperta in tecniche di rilassamento, tecniche induttive e immaginative.
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