Come affrontare la morte del coniuge?
In Rubriche - Psicologia della Salute
Come affrontare la morte del coniuge?
Nel ciclo evolutivo della famiglia la morte rappresenta un evento prevedibile e naturale quanto irreversibile e drammatico.
Il coniuge che rimane in vita, tende oggi a continuare ad abitare da solo piuttosto che ad abitare in casa dei figli.
Elaborare il distacco e riorganizzare la propria esistenza attorno a nuove motivazioni è faticoso. Si tratta di una fase accompagnata da sentimenti depressivi, di impotenza, di frustrazione e sensi di colpa.
I compiti di sviluppo per il coniuge che rimane sono quelli di accettare la perdita del partner e confrontarsi con l’angoscia della propria morte che inevitabilmente viene sentita vicina.
Questo richiede una più intensa e rapida elaborazione del lutto, visto che si troverà ogni giorno a contatto con gli spazi e gli oggetti che gli evocheranno il ricordo del proprio consorte, soprattutto se pensiamo a persone anziane.
Per questo è importante non chiudersi in se stessi, continuare a frequentare luoghi del passato e a coltivare interessi propri, mentre il compito dei familiari sarà quello di far sentire più forte la propria vicinanza affettiva.
Occorre che i familiari realizzino la cura del ricordo. Un adeguato ricordo della persona defunta, infatti, ha la capacità di permettere l’elaborazione del lutto e allo stesso tempo, di connettere la storia di chi è in vita con le vicissitudini ed i legami che continuano a esserci nel presente.
L’investimento seguente al ricordo non sarà, così, un semplice riempimento di vuoto, un adattamento, un “mettere una pietra sopra”, ma il proseguimento di una storia personale e familiare. La sofferenza si trasformerà in un dialogo interiore con chi se ne è andato, dialogo che tenderà all’impegno affettivo verso gli altri legami significativi.
Questa fase del ciclo di vita proprio per le complicazioni che può comportare, richiede il sostegno delle cure familiari e sociali.
Lo psicologo è una figura del sistema sociale che può sostenere e rinforzare le risorse dell’individuo in fasi così delicate.
Il coniuge che rimane in vita, tende oggi a continuare ad abitare da solo piuttosto che ad abitare in casa dei figli.
Elaborare il distacco e riorganizzare la propria esistenza attorno a nuove motivazioni è faticoso. Si tratta di una fase accompagnata da sentimenti depressivi, di impotenza, di frustrazione e sensi di colpa.
I compiti di sviluppo per il coniuge che rimane sono quelli di accettare la perdita del partner e confrontarsi con l’angoscia della propria morte che inevitabilmente viene sentita vicina.
Questo richiede una più intensa e rapida elaborazione del lutto, visto che si troverà ogni giorno a contatto con gli spazi e gli oggetti che gli evocheranno il ricordo del proprio consorte, soprattutto se pensiamo a persone anziane.
Per questo è importante non chiudersi in se stessi, continuare a frequentare luoghi del passato e a coltivare interessi propri, mentre il compito dei familiari sarà quello di far sentire più forte la propria vicinanza affettiva.
Occorre che i familiari realizzino la cura del ricordo. Un adeguato ricordo della persona defunta, infatti, ha la capacità di permettere l’elaborazione del lutto e allo stesso tempo, di connettere la storia di chi è in vita con le vicissitudini ed i legami che continuano a esserci nel presente.
L’investimento seguente al ricordo non sarà, così, un semplice riempimento di vuoto, un adattamento, un “mettere una pietra sopra”, ma il proseguimento di una storia personale e familiare. La sofferenza si trasformerà in un dialogo interiore con chi se ne è andato, dialogo che tenderà all’impegno affettivo verso gli altri legami significativi.
Questa fase del ciclo di vita proprio per le complicazioni che può comportare, richiede il sostegno delle cure familiari e sociali.
Lo psicologo è una figura del sistema sociale che può sostenere e rinforzare le risorse dell’individuo in fasi così delicate.
Psicologia della Salute: La rubrica Psicologia della Salute affronta i temi di salute e situazioni problematiche che interessano le persone nella quotidianità, mettendo in luce l'integrazione del binomio mente-corpo. Il focus è centrato su elementi psicologici che caratterizzano l'individuo, i gruppi e le relazioni familiari in ogni fase del ciclo di vita, sempre in un ottica di promozione del benessere e valorizzazione delle competenze individuali e delle risorse sociali, così come delle abilità fisiche.
Antonietta Dattola è una psicologa clinica e di comunità, psicoterapeuta, specialista in psicologia della salute. Esperta in tecniche di rilassamento, tecniche induttive e immaginative.
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