Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo
Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo
Da un punto di vista diagnostico il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo concerne una sostanziale mancanza di interesse per il sesso, accompagnata talvolta da una diminuzione delle fantasie sessuali classiche.
Normalmente ogni individuo é spinto da una forte motivazione spontanea nei confronti dell'attività sessuale e questa dirige efficacemente il comportamento individuale nella direzione funzionale all'adattamento e alla continuazione della specie.
Tuttavia sempre più spesso coppie (anche giovani) si rivolgono ai professionisti e chiedono il supporto della terapia sessuale. La frequenza di casi clinici non sorprende più gli operatori anche se spesso il disturbo viene diagnosticato in modo non corretto.
Affinché possa essere fatta una corretta diagnosi é necessario infatti poter escludere eventuali problematiche organiche (apparentemente non riconducibili alla sfera psicologica) spesso individuabili nelle alterazioni ormonali o in oggettive difficoltà di erezione. É necessario inoltre verificare se il paziente assuma farmaci particolari che possano interferire con il desiderio sessuale (per via di taluni effetti specifici come nel caso di quelli assunti in concomitanza con una diagnosi di depressione) o sia affetto da particolari patologie (tipo l'anorgasmia).
L'obiettivo della terapia é quello di far emergere tutte le emozioni negative correlate, come ad esempio la paura, ma anche i sensi di colpa e l'ansia.
Ma quali sono le tecniche maggiormente utilizzate? Una tecnica spesso utilizzata é quella della focalizzazione sensoriale introdotta da Master e Johnson con la quale é possibile condizionare il paziente ad una graduale ripresa dell'attività sessuale. Avviene in questo caso una sorta di esposizione graduale alle situazioni che concernono l'attività sessuale temuta, abituando il paziente alla stimolazione tattile del partner e facendo in modo che esso possa apprezzarne la piacevolezza (anche con l'ausilio di olii profumati e altri strumenti utili ad aumentare l'eccitazione sessuale). La stimolazione delle aree genitali, dapprima escluse, viene compresa successivamente, così che si possa sperimentare una esposizione all'attività sessuale in modo graduale e consapevole.
Alle volte capita che il soggetto che presenta un disturbo del desiderio sessuale ipoattivo sia invischiato in sotterranee problematiche di coppia, ove vi sono forti lotte per il potere (associate a paura di perdere il controllo), difficoltà di comunicazione, rifiuto del partner in quanto connotato da scarse abilità sessuali. E l'obiettivo dichiarato di migliorare i repertori comportamentali delle abilità sessuali non può prescindere da queste considerazioni.
Normalmente ogni individuo é spinto da una forte motivazione spontanea nei confronti dell'attività sessuale e questa dirige efficacemente il comportamento individuale nella direzione funzionale all'adattamento e alla continuazione della specie.
Tuttavia sempre più spesso coppie (anche giovani) si rivolgono ai professionisti e chiedono il supporto della terapia sessuale. La frequenza di casi clinici non sorprende più gli operatori anche se spesso il disturbo viene diagnosticato in modo non corretto.
Affinché possa essere fatta una corretta diagnosi é necessario infatti poter escludere eventuali problematiche organiche (apparentemente non riconducibili alla sfera psicologica) spesso individuabili nelle alterazioni ormonali o in oggettive difficoltà di erezione. É necessario inoltre verificare se il paziente assuma farmaci particolari che possano interferire con il desiderio sessuale (per via di taluni effetti specifici come nel caso di quelli assunti in concomitanza con una diagnosi di depressione) o sia affetto da particolari patologie (tipo l'anorgasmia).
L'obiettivo della terapia é quello di far emergere tutte le emozioni negative correlate, come ad esempio la paura, ma anche i sensi di colpa e l'ansia.
Ma quali sono le tecniche maggiormente utilizzate? Una tecnica spesso utilizzata é quella della focalizzazione sensoriale introdotta da Master e Johnson con la quale é possibile condizionare il paziente ad una graduale ripresa dell'attività sessuale. Avviene in questo caso una sorta di esposizione graduale alle situazioni che concernono l'attività sessuale temuta, abituando il paziente alla stimolazione tattile del partner e facendo in modo che esso possa apprezzarne la piacevolezza (anche con l'ausilio di olii profumati e altri strumenti utili ad aumentare l'eccitazione sessuale). La stimolazione delle aree genitali, dapprima escluse, viene compresa successivamente, così che si possa sperimentare una esposizione all'attività sessuale in modo graduale e consapevole.
Alle volte capita che il soggetto che presenta un disturbo del desiderio sessuale ipoattivo sia invischiato in sotterranee problematiche di coppia, ove vi sono forti lotte per il potere (associate a paura di perdere il controllo), difficoltà di comunicazione, rifiuto del partner in quanto connotato da scarse abilità sessuali. E l'obiettivo dichiarato di migliorare i repertori comportamentali delle abilità sessuali non può prescindere da queste considerazioni.
Per rimanere sempre aggiornato metti like alla nostra pagina Facebook
> Se organizzi o vuoi far conoscere eventi, seminari, corsi, convegni e qualsiasi altra notizia e risorsa utile per costruire una rete tra operatori e utenti della Psicologia COMPILA IL FORM o scrivici a latuapsicologia@gmail.com e mandaci il tuo contributo! Psicologia e Salute è il tuo portale aperto!
0 commenti: