Breve neuropsicologia dell'aggressività
Esistono dei correlati biologici all'aggressività? E' possibile che vi siano alterazioni a livello neuronale? La risposta a queste domande é senz'altro affermativa, ormai sembra non vi siano più dubbi.
Specificatamente sarebbe possibile individuare nel caso dell'aggressività alterazioni del funzionamento del sistema limbico e/o della corteccia frontale.
Da un punto di vista neurochimico le ricerche hanno evidenziato il ruolo centrale della serotonina come neurotrasmettitore implicato nella messa in atto di comportamenti aggressivi.
Tutte le alterazioni sarebbero in sostanza implicate nella perdita del controllo inibitorio sul comportamento. Si é notato che se i danni concernono le aree frontali della corteccia cerebrale i pazienti hanno maggiori difficoltà a comprendere le conseguenze delle loro azioni su di se e sugli altri.
Per quel che concerne il sistema limbico sarebbe l'ipotalamo ad avere un ruolo centrale per la genesi dei comportamenti aggressivi. Lesioni o tumori che interessano questa regione possono favorire la messa in atto di comportamenti aggressivi, anche di tipo istintuale. Da un punto di vista farmacologico si sono dimostrati utili i farmaci in grado di aumentare l'azione serotoninergica (tipo SSRI, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o precursori della serotonina, come il triptofano) proprio perché centrale é il ruolo di questo neurotrasmettitore per la genesi dei comportamenti aggressivi.
Pubblished online by Francesco Greco
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