Lo psicologo e il lavoro in ospedale: i tempi giusti per lo spazio terapeutico
Nonostante vi siano dei protocolli standard che concernono la pratica clinica, esistono delle situazioni che possono in qualche modo far modificare il percorso clinico prestabilito.
In terapia cognitivo comportamentale la pratica clinica é abbastanza strutturata e ciò é senza dubbio un pregio. Abbiamo bisogno infatti di protocolli validati ed efficaci, cioè che diano risultati accettabili non in tempi lunghi e chiaramente in un ottica sperimentale e scientifica.
C'é quindi un momento per la strutturazione del caso (assessment clinico) e c'é un momento per la terapia. Ma tali confini possono spesso essere più sfumati, specie se si lavora in contesti maggiormente istituzionalizzati, come nel caso di strutture pubbliche e ospedali.
In questi casi i tempi della pratica clinica devono essere in qualche modo adattati alle esigenze della struttura. In ospedale infatti i tempi possono essere ristretti e per questo lo spazio terapeutico deve essere utilizzato predisponendo tutto con accuratezza.
Il lavoro dello psicologo ospedaliero deve essere considerato quindi nell'ottica della complessità perché il setting stesso richiede flessibilità e capacità di sintesi da parte dell'operatore sanitario. A partire da queste considerazioni é necessario quindi implementare dei protocolli quanto più possibile efficaci per rispondere adeguatamente alla richiesta dei pazienti ospedalizzati.
Pubblished online by Francesco Greco
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