Il Papa a Palermo: giovani, famiglia, lavoro ma sempre dal punto di vista del modernismo conservatore - Terza parte

05:46 Redazione 0 Comments

(Continua dalla seconda parte). E proprio da un punto di vista psicologico è inevitabile dover registrare che tale senso di pienezza e completezza accompagna spesso le nuove unioni, famiglie ricostruite che "funzionano" in modo adattivo, ove appunto i nuovi partner sono anche buoni genitori ed assolvono egregiamente ai loro doveri familiari. La questione è quindi molto complessa, probabilmente più complessa di quello che si potrebbe immaginare a partire da una analisi superficiale o farcita da facili teorizzazioni. La comunità Cristiana quindi, sostiene il Cardinale Tettamanzi, deve sentirsi partecipe della domanda portata da queste persone, da questi fratelli insomma,che avvertono una certa "durezza" nel rapporto con la realtà ecclesiale e che si domandano effettivamente quale sia lo spazio all'interno della chiesa per gli sposi che vivono la separazione, il divorzio e soprattutto una nuova unione. Non allontanatevi allora, sostiene Tettamanzi, perché la Chiesa non dovrebbe esprimere un giudizio sul valore affettivo e sulla qualità della relazione che unisce i divorziati risposati; la qual sofferenza potrebbe essere semmai considerata una ricchezza per la Chiesa stessa. Altro tema scottante riguarda l'uso del preservativo, nei confronti del quale il Cardinale Tettamanzi ha un atteggiamento analitico e non aprioristico. Sostiene infatti che il preservativo può essere utilizzato in casi particolari, ove ad esempio la moglie sia costretta ad un rapporto sessuale con il marito malato di AIDS. Nella pubblicazione "Nuova Bioetica Cristiana" il Cardinale Tettamanzi afferma il diritto della donna a respingere da un lato la costrizione all'atto coniugale e dall'altro a difendere la sua salute (nel caso vi sia rischio di contagio). Ciò che è a mio avviso importante e condivisibile è che si può in certi casi essere tolleranti nei confronti del preservativo, cioè considerarlo come male minore proprio nei casi in cui ci si trovi in una situazione in cui vi siano persone sieropositive “che non intendono assolutamente desistere dall’esercizio disordinato della sessualità”. Una visione quindi che intende dare una direzione ben precisa alla Chiesa del futuro, che sia insomma pronta a far fronte alle sempre più pressanti esigenze sociali. Lavorare coi fatti insomma. Come dire: “E’ meglio essere Cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo”.

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