L'Italia è depressa: colpa della crisi

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Inviato da Angela Milioto

L'Italia è depressa: colpa della crisi

Pubblichiamo volentieri una articolo scritto Da Angela Milioto per il sito blastingnews.com, articolo che l’autrice ci ha autorizzati a pubblicare.

Un'indagine Istat rileva un peggioramento dello stato di salute mentale degli italiani.
Ormai è comprovato. La salute mentale degli italiani è peggiorata anche per effetto della crisi economica, mentre resta stabile quella fisica. L'Istat fotografa lo stato di salute del popolo italiano, attraverso l'indagine denominata "Tutela della salute e accesso alle cure".
L'analisi, elaborata con il sostegno del Ministero della Salute e delle Regioni, è stata presentata a Roma e ha rilevato che in Italia 2,6 milioni di persone sono colpite dalla depressione con doppia prevalenza nelle donne di ogni fascia di età.
La salute fisica resta stabile, con una percentuale del 7,3% di persone sopra i 14 anni che dichiarano di stare male o molto male in lieve calo rispetto al 7,4% del 2005. Invece, l'indice di salute mentale è sceso di 1,6 punti rispetto all'anno scorso, con maggiore evidenza per i giovani, in special modo uomini fino a 34 anni e gli adulti nella fascia di età tra i 45 ed i 54 anni. Maggiore calo si registra nella popolazione straniera femminile.
Le patologie croniche più diffuse
La salute fisica rimane sostanzialmente stabile. Nel 2013 circa una persona su due, vale a dire il 46,9% ha indicato di essere affetto da una malattia cronica in una lista di 23 patologie. Si registra una diminuzione rispetto al 2005 delle malattie respiratorie e croniche ma un aumento di tumori maligni, sindrome di Alzheimer e disturbi senili.
Se da un lato diminuiscono i forti fumatori, dall'altro si registra un determinante aumento di donne e adolescenti che iniziano a fumare prima dei 14 anni passando da un 7,6% ad un 10,5%. L'obesità è in aumento negli adulti rispetto al 2000, passando dal 9,5% al 10%. Nel 2013 solo il 20,6% della popolazione con età superiore ai 5 anni pratica uno sport per la prevenzione, nella maggioranza maschile.
Tumori femminili
Aumenta la prevenzione dei tumori femminili, soprattutto grazie alla diffusione di programmi pubblici di screening e analisi. Le donne che si sono sottoposte a mammografia passa dal 43,7% al 54,5% e per quanto riguarda i paptest l'aumento è di 9 punti percentuali rispetto al 2005. Gli incrementi maggiori si registrano nelle donne ultrasessantacinquenni e interessano anche la fascia di popolazione meno istruita e residente nel sud. La prevenzione di tumori femminili si registra anche tra le donne straniere.
Aumentano le persone che si rivolgono a medici specialistici, diminuiscono le visite dal dentista del 30%. Si dimezza il ricorso alle terapie non convenzionali e scende nettamente l'uso di farmaci e cure omeopatici. Considerando la precedente edizione Istat di 7 anni fa, restano invariate le disparità sociali ed economiche nella salute, nelle abitudini più o meno salutari e nelle limitazioni di accesso alle cure e ai servizi sanitari. Lo svantaggio del Mezzogiorno è registrato in tutte le dimensioni analizzate.

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