Contributo di Eleonora, 'la ragazza con la chemio nella borsetta'

07:50 Redazione 0 Comments



Scritto da Eleonora Marsala

Pubblichiamo volentieri una intervista rilasciata dalla collega Eleonora al sito visionedioggi.it, intervista che l’autrice ci ha autorizzati a pubblicare.
“La ragazza con la chemio nella borsetta” è una sorridente e dolcissima Eleonora e da due anni combatte contro il tumore al colon con metastasi epatiche e polmonari che la portano a seguire un regime di chemioterapia. Un imprevisto che stravolge la sua vita e la spinge a creare un blog, dal successo mondiale, per raccontare sempre con il sorriso come affronta la malattia giorno dopo giorno.

Dal 2012, dopo aver avuto un blocco intestinale, scopri di avere un tumore al colon. “L’imprevisto” entra nella tua vita, quando hai deciso di combattere il “mostro” e di creare il tuo blog “La ragazza con la chemio nella borsetta?

"Ho iniziato a combattere da subito. Quando mi sono svegliata dall’operazione non sapevo ancora cosa avessi, anche se mi sono svegliata una persona totalmente diversa. Volevo viaggiare, ed io avevo una paura matta di viaggiare; volevo vestirmi di mille colori, nonostante mi fossi sempre vestita di nero: guardavo il mondo con occhi diversi, ero più ottimista, anche se non sapevo il perché.
Poi, nei giorni seguenti ho capito che c’era qualcosa di grave e non si trattava di un semplice blocco intestinale. Un mese dopo sono andata ad Ivrea a fare dei controlli e scopro di avere le metastasi al polmone ed al fegato, cosa che inizialmente a Palermo non avevano diagnosticato. Tutto si stava complicando, le metastasi stavano attaccando il mio organismo. Ho fatto subito tre interventi, in cui in uno mi hanno asportato una parte di fegato. L’intervento era andato bene, se non fosse che a febbraio ho avuto un peggioramento con la formazione di cisti alle ovaie e da lì ho deciso che dovevo fare qualcosa, subito.
La scrittura è terapeutica, perché è uno strumento che ti permette di condividere le tue emozioni, paure e riflessioni con gli altri, potendo essere d’aiuto. Ecco da dove nasce l’idea del blog."

Dal tuo blog si evince quanto tu dia importanza alla forza della scrittura. Vuoi essere una testimonial della vita e per la vita, come hai scritto. 58.000 visualizzazioni in Europa, Brasile e anche Usa. Che rapporto hai con i tuoi lettori e come speri di esser d’aiuto nella loro quotidianità?

"Tramite Facebook e e-mail mi sento con loro. Attraverso le mie parole, i miei racconti loro trovano la forza per andare avanti, come se riuscissero a ricaricarsi attraverso il racconto della mia esperienza giorno dopo giorno.
E’ importante scardinare il tabù sul tumore: inizialmente il tumore era morte, adesso si può combattere e vincere. Anzi, ad oggi si può convivere con un tumore per tutta la vita."

Hai sicuramente avuto momenti di sconforto nel tuo “viaggio”, come ami chiamarlo. Il tuo blog ti è stato d’aiuto, ricordi un caso in particolare?

"Il blog mi aiuta ogni giorno: io aiuto gli altri, ma gli altri aiutano me. Iniziare a parlar tramite il blog mi ha aiutato tantissimo all’interno dei miei rapporti famigliari.
Con i miei famigliari, dialogando, non ero brava ad esternare molte cose, scrivendole sono entrati nel mio mondo comprendendolo. Tramite la scrittura ho trovato un equilibrio diverso nella mia vita, con ed insieme a loro. Ecco il segreto del porcospino di Schopenhauer di cui parlo nel mio blog: ci vuole la giusta distanza. Non voglio sentirmi oppressa, ma non voglio neanche sentire gli altri distanti da me.
L’importante è non invadere i confini. Noi pazienti oncologici siamo molto particolari, tra di noi ci capiamo! Le persone che trattiamo male sono quelle di cui ci fidiamo di più… se si tratta male una sorella o una madre tu sai che ci sarà sempre!"

Nel blog non mancano foto che ti ritraggono in ospedale, durante le sedute di chemioterapia, insieme a infermieri e medici. Nel tuo viaggio, oltre alle colleghe di patologia, ne avrai incontrati parecchi… Ti sono stati vicino come tu speravi, volevi?

"Si, il rapporto umano ed empatico con i medici e con gli infermieri è stato fondamentale e lo è tutt’ora. Ad Ivrea il medico si è reso conto immediatamente delle metastasi; al San Luigi di Orbassano ho fatto due termoablazioni al fegato; alle Molinette di Torino ho subito l'asportazione di una parte del fegato.
E' importante fidarsi dei medici, affidarsi completamente a loro. Con i medici che mi hanno operato sono subito entrata in un rapporto di empatia. A Torino quando mi hanno operato ero un semplice numero, nulla di più.
Qui, a Palermo, entro in ospedale e sono Eleonora, ed ho un bellissimo rapporto con i medici ma soprattutto con gli infermieri: quando fai chemioterapia li vedi tutti i giorni e loro diventano così delle figure fondamentali. Frequento spessissimo l’ospedale, loro mi chiamano, si preoccupano per me, si preoccupano di Eleonora."

Hai mai pensato di scrivere un libro?

"Si, sin da subito. Mi hanno già contattato delle case editrici, anche se ancora non ho finito di scrivere il mio libro. Con la scrittura voglio lottare, sia per eliminare il tabù sul tumore, sia per eliminare il luogo comune che se frequenti lo psicologo sei un pazzo. Non è così. Tu vai dallo psicologo perché vuoi un sopporto, temporale o meno.
Soprattutto per le persone a cui è stato diagnosticato un tumore, ma anche per la famiglia: il tumore non è mai individuale, invade tutte le sfere della tua vita e della vita delle persone che ami. Anche per i medici e gli infermieri è importante il sostegno psicologico.
Gli infermieri e soprattutto i medici oncologici sono a contatto con la sofferenza e con la morte ogni giorno. Sono predisposti a star male, ed anche loro hanno bisogno di parlare, altrimenti scoppierebbero e non riuscirebbero ad essere d’aiuto né a se stessi né agli altri. Ogni 15 giorni facciamo delle sedute di gruppo per parlare anche con chi ha combattuto “il mostro” sei, sette anni fa."

Eleonora nel suo blog (http://eleonoraletiziafutura.blogspot.it/) si racconta sempre con il sorriso, non c’è spazio per abbattersi o sconfortarsi. Parla di come sono cambiate le sue abitudini, la sua vita e il suo corpo e di come la malattia le abbia permesso di vedere tutto ciò che le è sempre stato vicino con occhi diversi. Gli occhi di una grande donna che non si è mai arresa e che continua a lottare, anche attraverso una semplice tastiera del pc.

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