Pornografia da web
In Rubriche - Sesso e dintorni
Pornografia da web
Con l’avvento dell’ adolescenza e la voglia di scoprire cose nuove e proibite, la ricerca di immagini e filmati pornografici diventa facilmente uno degli elementi iniziatori nella vita di un ragazzo/a.
Un modo nuovo per capire, scoprire, essere informati riguardo a questo enorme mondo tanto fantasticato chiamato Sesso; in questo senso, l’avvento di internet potrebbe avere un’accezione positiva dal punto di vista informativo, sia nell’ambito della prevenzione che in quello più generale delle dimensioni peniene, delle difficoltà orgasmiche e dei rapporti sessuali di coppia.
Ma cosa succede quando la voglia di pornografia perdura anche “da grandi”? si può parlare di vera e propria patologia se il tempo che occupa nella vita di una persona va oltre la “rapida” ricerca ma perdura costantemente nell’indagine affannosa di fattori ed elementi pornografici nuovi.
Il porno dipendente da web quindi è vittima di una patologia ossessiva- compulsiva che si allarga a macchia d’olio limitando libertà e rapporti sessuali “veri”: è facile cadere nel rifugio ideale di fantasie irraggiungibili che spingono il soggetto a cercare qualsiasi tipo di materiale on line pur di continuare a nutrire quella specifica fantasia.
Tale fantasia si trasforma molto spesso in ossessione. Un’ossessione, per dirsi tale, oltre ad annullare qualsiasi tipo di rapporto con persone dell’altro sesso, costringe il malato a trascorrere ore e ore consecutive davanti al monitor, e nei casi più estremi, si aggiunge anche la rinuncia a cibo e sonno.
Tali comportamenti creano un alone di isolamento dal quale poi è difficile riuscire a slegarsi.
Dal punto di vista clinico non c’è uniformità nel dare una diagnosi: alcuni autori lo inseriscono nei disturbi da controllo degli impulsi, i cui sintomi principali sono l’impulsività e la perdita di controllo rispetto a precisi stimoli; per altri è importanti valutare l’aspetto ossessivo della problematica, per altri ancora la pornografia da web va inclusa nel versante delle dipendenze e come tale ha molti aspetti in comune con quelle ben tristemente conosciute quali abuso di sostanze e/o alcol. In questa sede mi sento di condividere l’aspetto non solo dell’ossessività ma anche e soprattutto della dipendenza di tipo comportamentale in cui il malato mette in atto una dipendenza accentuando le normali pratiche di autoerotismo in maniera ripetuta e reiterata ossessivamente. L’anonimato, la facilità di recuperare materiale di questo tipo, la modificazione del tono dell’umore e la facilità delle ricadute accomuna il porno dipendente ad un vero e proprio dipendente a tutti gli effetti. Si stima che in Italia ne soffra oltre il 6% dei maschi italiani compresi in una fascia d’età tra i 20 e i 45 anni, ma le ricerche recenti temono che questo numero stia crescendo ulteriormente. Come rimediare quindi?
In America sono nati dei gruppi di auto- aiuto (on line ovviamente) per aiutare questi soggetti ad uscire dalla gabbia dorata in cui si sono nascosti e condividere i propri problemi. Come per qualsiasi dipendenza, il problema non è “solo” la dipendenza dal pornoweb ma soprattutto i fattori che hanno portato una persona ad avere questa determinata patologia. A mio avviso, sarebbe importante iniziare un percorso psicoterapeutico di tipo conoscitivo, dove il soggetto possa fare un viaggio verso sé stesso ed andare ad analizzare le motivazioni specifiche che lo hanno portato ad isolarsi in maniera cosi profonda dal mondo esterno. Molto spesso riuscire a chiedere un aiuto risulta molto complicato, ma non bisogna dimenticare che è il primo passo per uscire dal tunnel ed iniziare a volersi finalmente bene.
Un modo nuovo per capire, scoprire, essere informati riguardo a questo enorme mondo tanto fantasticato chiamato Sesso; in questo senso, l’avvento di internet potrebbe avere un’accezione positiva dal punto di vista informativo, sia nell’ambito della prevenzione che in quello più generale delle dimensioni peniene, delle difficoltà orgasmiche e dei rapporti sessuali di coppia.
Ma cosa succede quando la voglia di pornografia perdura anche “da grandi”? si può parlare di vera e propria patologia se il tempo che occupa nella vita di una persona va oltre la “rapida” ricerca ma perdura costantemente nell’indagine affannosa di fattori ed elementi pornografici nuovi.
Il porno dipendente da web quindi è vittima di una patologia ossessiva- compulsiva che si allarga a macchia d’olio limitando libertà e rapporti sessuali “veri”: è facile cadere nel rifugio ideale di fantasie irraggiungibili che spingono il soggetto a cercare qualsiasi tipo di materiale on line pur di continuare a nutrire quella specifica fantasia.
Tale fantasia si trasforma molto spesso in ossessione. Un’ossessione, per dirsi tale, oltre ad annullare qualsiasi tipo di rapporto con persone dell’altro sesso, costringe il malato a trascorrere ore e ore consecutive davanti al monitor, e nei casi più estremi, si aggiunge anche la rinuncia a cibo e sonno.
Tali comportamenti creano un alone di isolamento dal quale poi è difficile riuscire a slegarsi.
Dal punto di vista clinico non c’è uniformità nel dare una diagnosi: alcuni autori lo inseriscono nei disturbi da controllo degli impulsi, i cui sintomi principali sono l’impulsività e la perdita di controllo rispetto a precisi stimoli; per altri è importanti valutare l’aspetto ossessivo della problematica, per altri ancora la pornografia da web va inclusa nel versante delle dipendenze e come tale ha molti aspetti in comune con quelle ben tristemente conosciute quali abuso di sostanze e/o alcol. In questa sede mi sento di condividere l’aspetto non solo dell’ossessività ma anche e soprattutto della dipendenza di tipo comportamentale in cui il malato mette in atto una dipendenza accentuando le normali pratiche di autoerotismo in maniera ripetuta e reiterata ossessivamente. L’anonimato, la facilità di recuperare materiale di questo tipo, la modificazione del tono dell’umore e la facilità delle ricadute accomuna il porno dipendente ad un vero e proprio dipendente a tutti gli effetti. Si stima che in Italia ne soffra oltre il 6% dei maschi italiani compresi in una fascia d’età tra i 20 e i 45 anni, ma le ricerche recenti temono che questo numero stia crescendo ulteriormente. Come rimediare quindi?
In America sono nati dei gruppi di auto- aiuto (on line ovviamente) per aiutare questi soggetti ad uscire dalla gabbia dorata in cui si sono nascosti e condividere i propri problemi. Come per qualsiasi dipendenza, il problema non è “solo” la dipendenza dal pornoweb ma soprattutto i fattori che hanno portato una persona ad avere questa determinata patologia. A mio avviso, sarebbe importante iniziare un percorso psicoterapeutico di tipo conoscitivo, dove il soggetto possa fare un viaggio verso sé stesso ed andare ad analizzare le motivazioni specifiche che lo hanno portato ad isolarsi in maniera cosi profonda dal mondo esterno. Molto spesso riuscire a chiedere un aiuto risulta molto complicato, ma non bisogna dimenticare che è il primo passo per uscire dal tunnel ed iniziare a volersi finalmente bene.
Sesso e dintorni: La rubrica Sesso e dintorni ha l’obiettivo di informare, discutere e aggiornare gli utenti circa i vari aspetti della sessuologia. L’accento è posto sullo sviluppo del proprio benessere sessuale individuale e di coppia. Attraverso la rubrica è possibile porre domande e avere chiarimenti rispetto ai vari aspetti della sessualità.
Valentina De Maio è una psicologa clinica, sessuologa ed esperta in relazioni di coppia oltre che psicoterapeuta psicodinamico individuale e di gruppo. Ha studiato presso la Seconda università degli studi di Napoli laureandosi con una tesi sul mobbing. Ha poi conseguito il master di II Livello in Sessuologia clinica, presso l’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica a Roma. Attualmente collabora con varie associazioni per corsi di formazione aziendali e scolastici ed effettua consulenza on line sessuologica e di coppia.
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